Lettere dal Passato
Quegli
occhi belli come la natura
Vobarno 10, 11
settembre 1995, tra un "safari in Italia e uno in Zaire"
In occasione
del cinquantesimo anniversario della costituzione del gruppo scout in Vobarno,
stendo di getto, alcune impressioni che mi hanno beneficamente segnato. Nei
campi, route, incontri, la nota più sonora per me è stata l'attenzione
che si porta, da parte dei componenti del gruppo scout, all'altra persona,
giovane, meno giovane o anziana che sia. È bello amare, rispettare,
essere delicati con la natura; di più, essere controllati nel parlare e attenti
nell'ascolto, ma il meglio, il di più, il “supplemento d'anima" che
qualifica lo scout è l'essere per l'altro, aiutarlo, servirlo con prontezza e
nobiltà, prevenirlo anzi nelle necessità. Che cosa sarebbe una natura bella,
fiorita, sorridente anche quando piove e fa freddo, se non ci fossero gli uomini
che la abitano e usufruiscono delle sue risorse?
Si dice che
chi ha fretta e non perde mai tempo non troverà mai un amico. Ebbene, sostare
in prossimità di una malga, pernottare in un fienile, condividere quanto si
possiede come provviste, ma soprattutto offrire se stessi alle persone che si
incontrano con un canto a mezza voce, con il paziente ascolto dei ricordi di
guerra e d'alpeggio; nei momenti della preghiera, del gioco, dello scambio di informazioni
è quanto di più sublime esiste nella vita. Non trascuro di parlare della fatica
condivisa, l’aiuto accettato e il consiglio dell’anziano, dei capi che, se pure
ci fanno realizzare in più tempo quanto da soli avremmo costruito prima,
permettono di edificare la nostra persona: tutto ciò costruisce la personalità
umana e cristiana dello scout dove il livello d'aspirazioni grandi è sempre
adeguato alle reali possibilità di realizzazione. II mio augurio, preso in
prestito dalla cultura bàntu, è che tutti possano sempre dire di ciascuno di
voi: lo scout ama la natura e chi vi abita e nel rispetto di tutto e di tutti
fa bene ogni cosa nel giusto momento: che la vostra
- quella scout - sia sempre la stagione che vede fiorire
grandi ideali. È l'unica stagione e coincide con l'essere giovani, a tutte le
età. Ancora due proverbi della cultura bàntu sono occasione di riflessione e
nel contempo di augurio: amicizia > Ndugu yako akifariki ni wewe unafariki
(della popolazione bashi-niweda) = Se il tuo amico viene a morire sei tu che
muori = Se l'amico tuo vive sei tu che vivi ecc. Lavorare, soffrire, offrire
insieme > Wanao teseka pamoja hubaki marafiki (popolazione moba) =
Quelli che lavorano o soffrono insieme costruiscono l'amicizia. E quando
sarete a tu per tu con un compagno di route o visitate un ospite, mentre gli date
la mano, guardatelo negli occhi: scoprirete l'immensità della natura umana: l'uomo
e la donna fatti a immagine e somiglianza di Dio. Non è poco!
Gustavo Bertelli,
m.afr. compagno di viaggio nell'avventura scout del Vobarno I°