Lettere dal Passato
1979: si ricomincia!
Un gruppo di
persone, alcune delle quali avevano già vissuto negli anni precedenti
l'esperienza scout a vari livelli, si ritrovarono l'11 novembre 1979 presso
l'abitazione dell'allora curato don Raffaele Licini e manifestarono
l'intenzione di riprendere l'attività scoutistica; erano inesperti, ma dotati
di buona volontà e spirito di avventura. Il primo anno di attività venne
totalmente dedicato alla preparazione e alla formazione dei futuri capi: si
partecipò ad incontri zonali e provinciali, si visitarono altri gruppi presenti
nella nostra zona; ci si ricordò del vecchio (si fa per dire) ma inossidabile
Pippo Zane e ci si affiancò al suo gruppo durante parecchie attività ed in
particolare in occasione di un campo estivo. Terminato il periodo di
formazione, sottopostisi ad un vero e proprio esame da parte del responsabile
provinciale, il 3 settembre del 1980, i sei nuovi capi salirono al Santuario
della Madonna della Rocca che accolse la loro promessa (per onor di cronaca
Raffaele Simoni, Gianfranco Federici, Mario Fappani, Ezio Almici, Marilena
Merigo, Chiara Merigo); ricevuta... I 'investitura, subito diedero il via alle
grandi manovre aprendo tre unità: un branco misto, un reparto maschile e un
reparto femminile. Durante i primi tempi molto tempo fu speso nel recupero del
materiale del gruppo, scioltosi cinque anni prima, andato perduto nei solai
dell'oratorio o presso qualche ex-Scout; l'attrezzatura dei primi tempi non si
discostava probabilmente di molto da quella dei tempi di fondazione: vecchie
pentole recuperate ai campi di raccolta, accette e badili di seconda mano offerti
da qualche privato, nonché le gloriose tende del Vobarno I° in perfetto stile
anni ’50. Non avendo alle spalle vita scout, poiché la maggior parte dei capi
possedeva come unico bagaglio formativo quello offerto dall'anno di
preparazione, tenuto conto che anche i ragazzi erano totalmente digiuni di vita
scout, durante i primi incontri a livello zonale e provinciale a salvare il
gruppo doveva bastare il grande entusiasmo poiché, quanto allo stile,
lasciavamo molto a desiderare. Ma l’entusiasmo non poggiava sul vuoto: in ogni
momento sapevamo di avere le spalle coperte dall'esperienza - ci si passi il termine
- del patriarca dello scoutismo vobarnese: Ezio Faberi, che, soprattutto
nei primi anni, camminò al nostro fianco, ci aiutò, ci consigliò, ci sostenne,
offrendo, ancora una volta, agli scout di Vobarno il suo impegno, la sua
disponibilità, la sua esperienza e - benché egli sappia dissimularlo molto bene
- il suo entusiasmo, che non era meno intenso del nostro. Chi, fra coloro che
vi hanno partecipato, potrà mai dimenticare il primo campo di Piazzole con le tende
senza fondo che, sotto una pioggia torrenziale galleggiavano sul fango? Chi
potrà cancellare dalla mente il ricordo della cerimonia delle prime promesse
svoltasi in un clima di profonda e sentita commozione generale?
Ma bando ai ricordi! La speranza di coloro che in quei
giorni ripresero il cammino dello scoutismo a Vobarno è divenuta realtà; ora,
formatasi a distanza di quindici anni una nuova "nidiata" di capi, i
protagonisti della rinascita hanno ritenuto opportuno uscire di scena,
lasciando alle nuove generazioni il compito di percorrere i prossimi
cinquant'anni.
Ezio AImici